Se fa una cosa, la fa bene
Il motivo del suo ritorno è legato alla posizione di responsabile tecnico in produzione nel capannone di Gais, il centro logistico di Unionbau, dove è stato un irriducibile carpentiere per 16 anni. A un certo punto, però, è scattato qualcosa che l’ha portato a cercare nuove sfide, affermando chiaramente che non sarebbe più tornato… con un’unica eccezione: un ruolo ben preciso cui aveva sempre puntato. Ora ha preso il posto del suo predecessore Ando Aichner, ritiratosi in pensione. Siamo a inizio 2022.
E, comunque, aveva già messo in chiaro che, se fosse tornato, avrebbe fatto le cose a modo suo, sotto la sua responsabilità, seppur sempre a regola d’arte.
Ivan è un tipo molto diretto. Non usa mezzi termini, dice chiaramente ciò che pensa, si lascia andare al suo umore, indipendentemente dal suo stato d’animo. A volte può capitare che se la prenda con qualcuno, che – con tutta la buona volontà – non riesca a trattenersi. Ma poi ha anche il coraggio di chiarire e di scusarsi. “Non sono un tipo facile”, ammette, “e non è detto che debba essere amico di tutti”. E, forse proprio per questo, è molto apprezzato.
Se gli si chiedono tre parole per descriversi, risponde “impulsivo, sportivo, corretto e impegnato”. Sono quattro, ma fa lo stesso: lui è così. Impulsivo, diretto, ma decisamente corretto. Se c’è un aspetto che non sopporta è la disonestà. Può essere anche molto permaloso. Inoltre, si vede che è sportivo e che si impegna. È uno tosto, sa quello che vuole, è un uomo tutto d’un pezzo con principi sani.
Il tipo perfetto per Unionbau.
In veste di responsabile tecnico in produzione, ora è il primo interlocutore per la preparazione e la coordinazione delle attività in carpenteria. Assegna gli incarichi ai dipendenti e pianifica il lavoro, controlla il centro di taglio ed è la persona di riferimento dei capisquadra in cantiere quando hanno bisogno di sagome o altro. Inoltre, raccoglie le istruzioni del capo reparto e dei responsabili dei progetti di carpenteria e monitora il progetto edile, in modo che gli operai ricevano per tempo tutto ciò di cui hanno bisogno.
In pratica, Ivan è il fulcro dell’azienda, il punto di confluenza degli uffici, all’interno, e dei cantieri, all’esterno, che mantiene un costante dialogo con il capo reparto Peter Knapp e occasionalmente anche con i due titolari.
Anche con loro, Ivan ama essere diretto: parla apertamente delle opportunità di ottimizzazione e apprezza, per contro, l’ascolto e la disponibilità agli investimenti, come p.e. il nuovo centro di taglio o la sezionatrice che verrà acquistata prossimamente. Ai blocchi di partenza c’è anche un progetto riguardante il capannone, che è ormai sta per scoppiare.
Accenna anche allo stress – il termine “subito” è ormai diventato una costante. “È difficile pianificare con un certo anticipo, perché si è sempre sotto pressione. Un centro di taglio non è sufficiente, ne servirebbero cinque e, naturalmente, anche gli addetti che li fanno funzionare”.
Parlando di “persone in gamba”, Ivan ritiene che si ottenga molto con la motivazione e l’autorealizzazione. “I giovani, p.e., andrebbero lasciati provare. Dovrebbero poter gestire un cantiere da soli, assumersi delle responsabilità, avere più fiducia in se stessi e la possibilità di sbagliare… solo così possono imparare”. Lo stesso vale per la varietà degli incarichi: vanno coinvolti, facendo in modo che possano visitare cantieri di diverse dimensioni nelle varie fasi, studiare i progetti e gettare lo sguardo alle mansioni d’ufficio, afferma.
Essendo capitano degli Schützen della compagnia di Campo Tures e membro del Soccorso alpino, Ivan è ben integrato nella vita paesana. Ama socializzare, anche con i più giovani. Gli piace ascoltare, farsi una propria opinione, osservare e trarre conclusioni. È membro degli Schützen perché “ama molto la nostra terra”, le sue tradizioni e i dialetti. “Non si può che esserne orgogliosi”, dichiara sorridendo.
E s’illumina anche quando gli si chiede quale sia il lavoro dei suoi sogni: il falegname. “È un mestiere meraviglioso… la retribuzione un po’ meno”. Dopo l’anno di formazione a Brunico – all’epoca si combinavano legno, metallo ed elettrotecnica, cosa che lui considera un grande vantaggio – ha concluso l’apprendistato come carpentiere, svolgendo poi il servizio civile presso la Croce Bianca di Brunico, dove avrebbe quasi un incarico fisso, ma lo stipendio era troppo misero.
Ciò che apprezza di più in Unionbau è la cura dei dipendenti, l’ascolto e la valorizzazione, le piccole-grandi attenzioni, gli eventi, l’abbigliamento professionale, la libertà di lavorare in modo autonomo e di partecipare a progetti spesso davvero impegnativi, non solo in termini di dimensioni, ma soprattutto di complessità, in cui bisogna far funzionare la testa ed essere creativi.
E Ivan è proprio così: una persona che contribuisce con le proprie idee e ama mettersi in gioco, che accetta le sfide ed è felice quando riesce nei suoi intenti. Non proprio un tipo da ufficio, quanto piuttosto da lavoro manuale.
Un uomo che sa cosa vuole e che “se fa una cosa, la fa bene”.
„L’intero settore è sotto pressione“
L’intero settore è sotto pressione
L’esplosione dei costi sul mercato spinge le imprese edili altoatesine a superare se stesse.
“I prezzi delle materie prime hanno registrato il rialzo più sensibile degli ultimi 100 anni”, così a fine marzo 2022 descriveva la situazione globale la Frankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano vicino al mondo imprenditoriale.
In quel momento, erano ormai più di due anni che la pandemia del coronavirus dettava le regole di vita a livello globale, mentre la guerra in Ucraina mostrava il suo terribile volto da quasi quattro settimane. A un evento naturale, dunque, ne è succeduto uno causato dall’uomo. Non solo: si è verificata perfino una sovrapposizione temporale tra coronavirus e guerra, fattore che ha reso tutto ancora più devastante. Non era ancora stata superata la prima crisi che se ne è abbattuta subito un’altra.
Naturalmente, il conflitto ucraino e le sanzioni adottate contro la Russia hanno già avuto effetti tangibili sui cantieri in Alto Adige. Gli esperti avevano persino messo in guardia dalla possibile carenza di materiali da costruzione per molti progetti edili. “Questo mette sotto pressione l’intero settore”, afferma Christoph Ausserhofer della direzione di Unionbau, la tradizionale azienda di Campo Tures. Il fratello Thomas aggiunge senza mezzi termini: “Nel frattempo, si riscontra già una penuria di materiali importanti come quelli isolanti”.
A destare preoccupazione tra le imprese edili altoatesine sono soprattutto i contratti e i cantieri in corso. “Eravamo già sotto pressione per via dei prezzi esorbitanti imputabili alla pandemi, la guerra in Ucraina ha esacerbato la situazione”, spiega Christoph Ausserhofer. I prezzi sono diventati così imprevedibili che ormai è sempre più difficile calcolare i costi di un progetto edilizio. “Non stiamo parlando di aumenti dei materiali da costruzione del 50%, bensì, in alcuni casi, di rincari del 200 e del 300% sul mercato“, afferma Thomas Ausserhofer. Per i contratti sui progetti in corso, ciò può significare subire delle perdite: “il male peggiore” per qualsiasi azienda.
“Ci impegniamo a comunicare in modo efficace durante le trattative”, prosegue Thomas Ausserhofer, “dobbiamo affrontare bene questa fase per garantire la stabilità del progetto. E questo è possibile solo coinvolgendo committenti e progettisti”. In altri termini, gli aumenti dei costi devono essere ammortizzati in modo tale che né l’arresto del cantiere, né la messa in pericolo dell’impresa, né una frenata economica su larga scala in Alto Adige diventino scenari minacciosi. “In futuro, l’intero settore si avvarrà ancora di più delle clausole di indicizzazione per il calcolo dei prezzi”, afferma Christoph Ausserhofer.
Giunti ormai alla quarta generazione, i due fratelli di Campo Tures, nonché amministratori di successo dell’azienda, seguono molto da vicino gli sviluppi. Oggi più che mai, la lungimiranza e la sensibilità degli imprenditori sono fondamentali: ne sono entrambi consci. In ultima analisi sanno che, alla fine della lunga catena delle responsabilità, sono loro il collante che tiene insieme il tutto.
“Sta a noi suscitare emozioni”, dichiara Christoph Ausserhofer, “internamente tra i nostri dipendenti, tra i nostri forni- tori, nei cantieri con i nostri clienti e, infine, nei cittadini che, dopo tutto, guardano a ciò che costruiamo. Oltre a tanti piacevoli momenti, tutto questo comporta anche un elevato grado di responsabilità nei confronti di tutti gli interessati”. Thomas Ausserhofer annuisce e aggiunge: “Realizziamo grandi progetti con persone in gamba. E vogliamo che continui ad essere così”. Proprio in queste situazioni è imprescindibile “che un’azienda disponga di un proprio quadro d’azione stabile quando i mercati globali non sono più saldi e quindi imprevedibili. Ciò significa che dobbiamo contrastare l’instabilità con la flessibilità”.
È improbabile che i mercati delle materie prime tornino a calmarsi nel breve periodo. La situazione sembra grave. L’elevato numero di commesse nel comparto edile altoatesino non garantisce più la necessaria tranquillità. Al contrario. “Potremo evitare il peggio solo trovando subito, e in collaborazione con tutti i nostri partner, una soluzione consensuale al problema dell’esplosione dei costi sui mercati dei materiali e dell’approvvigionamento energetico“, afferma Thomas Ausserhofer. Ma i fratelli si mostrano fiduciosi come sempre: “Quella della crisi è una prova che il settore edile non teme”.
L’ingresso alla Val Badia prende forma!
Via Val Pusteria, San Lorenzo, ingresso alla Val Badia: l’impresa edile Unionbau di Campo Tures, insieme ai suoi partner, sta realizzando il primo tratto di collegamento del nuovo ponte nella Val Badia, una vera e propria sfida in termini di complessità e dimensioni del progetto.
144 metri di lunghezza, 1.040 tonnellate di peso della struttura portante. Con una campata libera di 73,5 metri dal pilastro al supporto centrale, questo è certamente il ponte con una delle campate più grandi in Alto Adige. Il tempo attualmente necessario per la progettazione approssimativa e dettagliata, i permessi, lo scavo, le fondamenta, i piloni, i viali di accesso e la struttura di supporto del ponte è di appena cinque mesi. Un progetto pieno di sfide, e il team di Unionbau, insieme al committente della Provincia di Bolzano, alla direzione lavori, ai progettisti e al raggruppamento di imprenditori (Strabag AG, Alpenbau GmbH, Moser & Co. GmbH, Geobau GmbH), è tanto più soddisfatto di un’altra importante tappa dopo l’abbattimento del diaframma della galleria, che è stata completata con successo esattamente secondo i piani nelle notti dal 22 al 23 dicembre e dal 23 al 24 dicembre.
Di notte, perché la prima costruzione del ponte porta attraverso il binario esistente della linea ferroviaria della Val Pusteria che poteva essere bloccata solo per una finestra temporale precisa, per garantire la massima sicurezza per tutti.
Alla costruzione del ponte erano presenti l’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider, il sindaco Martin Ausserdorfer, il direttore d’ufficio Umberto Simone, rappresentanti di Unionbau e Strabag. “La costruzione del ponte è un momento importante per la realizzazione di questo progetto edile. Non è solo un’impresa tecnicamente complicata, ma c’è molto lavoro di pianificazione e di progettazione dettagliata dietro di essa”, dice Alfreider, che sottolinea la buona collaborazione tra le imprese di costruzione, la ripartizione Infrastrutture e il comune.
Anche il sindaco di San Lorenzo, Martin Ausserdorfer, è soddisfatto dei progressi della costruzione, “considerando il fatto che i lavori si svolgono in condizioni difficili, sia a causa delle tempeste che dell’emergenza Covid”.
Il ponte stesso, che pesa poco più di 1.000 tonnellate, è realizzato in acciaio corten autoprotettivo, un materiale che garantisce una manutenzione e una riparazione semplice ed economica. Le travi in acciaio, alte fino a 2,80 metri, sono state prodotte in stabilimento dall’azienda Cimolai e saranno assemblate in singoli elementi di ponte sul posto. Se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, l’intera struttura in acciaio del ponte sarà estesa sul fiume Rienza al più tardi entro la fine di febbraio.
Parallelamente al ponte, sono in corso lavori anche sul sottopassaggio della via Val Pusteria, una galleria lunga 65 metri in costruzione prefabbricata aperta. Davanti al sottopassaggio, proveniente dalla direzione di Bressanone, vengono eretti massicci muri di sostegno angolari con una lunghezza totale di 103,20 metri; dopo la galleria si prosegue per altri 162,80 metri fino al collegamento con l’esistente via Val Pusteria.
Per l’azienda Unionbau e soprattutto per il team di progetto, ogni costruzione di ponti è sempre qualcosa di molto speciale e in questo caso ancora di più, poiché non solo conduce da una parte all’altra del fiume, ma collega anche valli e persone. Il collegamento non solo alleggerirà notevolmente i comuni limitrofi come San Lorenzo e Mantana, ma migliorerà anche l’intera mobilità lungo la via Val Pusteria.
„Il lavoro di squadra è tutto.“
Il lavoro di squadra è tutto.
Il lavoro di squadra è tutto: anche un cantiere può diventare rapidamente “senza barriere”.
Grazie a un valido gioco di squadra, a una visione molto chiara e una grande forza di volontà, il nostro Christian è tornato a salire sulla sua gru, nonostante le gravi conseguenze di un infortunio.
Brunico, 29.09.2020. Un passo significativo nella direzione di un cantiere senza barriere: in collaborazione con la ditta Niederstätter e con la sede italiana di HBC-radiomatic, abbiamo sviluppato una gru idonea a persone disabili, dando così un segnale forte sia in tema di innovazione, sia a livello sociale. Questa novità va a vantaggio di persone come Christian, il nostro gruista, che ora può manovrare il suo “strumento di lavoro” con una mano sola.
“Noi di Unionbau non è mai stata in dubbio la volontà di supportare Christian, che già da tempo aspetta di risalire sulla sua gru. È veramente uno dei migliori, non solo perché riesce sempre ad avere una visione d’insieme dell’intero cantiere, ma anche perché trabocca letteralmente di entusiasmo per il suo lavoro! Siamo lieti di riaverlo tra noi e gli auguriamo di continuare a ottenere ottimi risultati con la terapia, come ha fatto fino ad ora!”, ha dichiarato Christoph Ausserhofer.
“Siamo molto orgogliosi di questo progetto comune, cui hanno collaborato tre aziende, per dare la possibilità a un giovane di continuare a svolgere il proprio lavoro anche dopo un tragico evento”, ha spiegato Manuel Niederstätter, membro del consiglio d’amministrazione della ditta Niederstätter.
Lunedì 28 settembre, proprio Niederstätter ha installato il sistema sulla gru nel cantiere dello stadio del ghiaccio di Brunico, procedendo poi con la messa in funzione. Una trasmittente invia ora i comandi, mentre su uno schermo è possibile visualizzare l’immediato feedback della gru. Grazie a una plancia dotata di pulsanti e joystick, gru e pulegge possono essere manovrate a distanza con una sola mano, così da consentire a persone disabili o con limitazioni fisiche di lavorare in cantiere. Si tratta del primo telecomando realizzato in Italia con un’unica cloche che, previa formazione, permette ai disabili di operare senza difficoltà. Questo progetto colpisce per lungimiranza e carattere innovativo nel settore edile, poiché permette di superare numerose barriere e, al contempo, di accrescere la produttività in cantiere.
Il nostro Christian e il suo tragico destino
Due anni fa, in seguito a un incidente motociclistico, Christian ha riportato gravi danni al braccio e alla mano sinistra. Grazie a una terapia a lungo termine, sta gradualmente riprendendosi ma, a causa delle limitazioni fisiche, non avrebbe più potuto svolgere il proprio lavoro. Per questo, insieme al collega Tobias, si è messo alla ricerca di un sistema che consentisse la manovra delle gru anche da parte di persone disabili. Nell’ambito di tale ricerca, si è imbattuto nella filiale italiana con sede a Mirano (Veneto) dell’azienda tedesca HBC-radiomatic. Noi di Unionbau ci siamo attivati immediatamente, proponendo una collaborazione con Niederstätter, che si è occupata dell’installazione del sistema. Producendo in proprio la gran parte dei componenti, come schede a circuito stampato, alloggiamenti, joystick e pulsantiere, HBC è in grado di realizzare rapidamente e direttamente progetti straordinari come questo. I sistemi possono così essere adeguati e personalizzati in base all’apparecchio, alle funzioni necessarie e all’utente.
“Ringraziamo Niederstätter e Unionbau per averci coinvolto in questo progetto, che ha permesso a Christian di tornare al lavoro in cantiere. Il connubio tra il nostro know-how tecnico e la loro esperienza è stato determinante per l’integrazione del sistema, che offre una sicurezza ancora maggiore”, ha spiegato Alessandro Cettina, direttore di HBC-radiomatic Italia.
Niederstätter, il trait-d’union
La scelta di Niederstätter come trait-d’union tra Unionbau e HBC era praticamene scontata: quest’azienda vanta un’esperienza pluriennale nel settore delle gru e combina approfondite competenze nella pianificazione delle funzioni a un montaggio rapido e sicuro delle gru.
Christoph Ausserhofer: “Siamo felici di essere riusciti a compiere con successo questo passo innovativo, non ultimo per il nostro Christian e la sua grande passione!”
„Una mentalità orientata al successo…“
Una mentalità orientata al successo…
Intervista per Radius – Edizione Top Jobs
“Una mentalità orientata al successo…
… è ciò che mi piace di Unionbau”, afferma l’ing. Paul Nöckler, che da inizio anno ricopre il ruolo di direttore del comparto Edilizia dell’azienda. Non senza orgoglio, mostra uno dei “suoi” innumerevoli cantieri, l’areale Priel di Bressanone, dove attualmente fervono i lavori per la realizzazione della nuova Scuola di Musica, di un locale per le prove della banda e della sede della sezione locale dell’AVS.
Radius. Cosa rende così speciale questo progetto?
P.Nöckler. Il progetto si contraddistingue per un’architettura insolita, permeata da un’elevata qualità esecutiva. L’edificio, con la sua facciata esterna in calcestruzzo colorato a vista, s’inserirà nel paesaggio urbano quale corpo edile di assoluto rilievo.
Personalmente, il progetto mi sta molto a cuore: da alcuni anni vivo nella città vescovile con la mia famiglia e anche i miei figli frequenteranno la scuola di musica nella nuova struttura.
Radius. Unionbau ha la sua sede a Molini di Tures. Il cantiere non sorge esattamente fuori dalla porta di casa…
P.Nöckler. Proprio così. Solo a Bressanone stiamo realizzando sette progetti per diversi committenti. Grazie alle sue dimensioni, il raggio d’azione di Unionbau si estende a tutto l’Alto Adige. Al fine di servire in modo ottimale i cantieri nell’area di Bolzano/Merano, abbiamo istituito un secondo punto di appoggio nel capoluogo. Il team dei responsabili di progetto che opera nell’ufficio del Kampill Center, si occupa innanzitutto degli entusiasmanti progetti di quest’area.
Non possiamo che toglierci il cappello dinanzi alla capace squadra che opera nei cantieri. La maggior parte degli operai si reca ogni giorno al lavoro dall’alta Valle Aurina o dalla Val Pusteria per dare vita a progetti straordinari.
Radius. Perché ha scelto l’azienda Unionbau?
P.Nöckler. Dopo aver lavorato per circa 15 anni presso un rinomato studio ingegneristico di Bressanone, maturando un ampio bagaglio esperienziale nei settori della gestione progettuale, della pianificazione e della direzione dei lavori, volevo conoscere anche l’“altra parte”. L’offerta di Unionbau mi è subito piaciuta: ho immediatamente compreso che sarei entrato a far parte di un’impresa tradizionale a conduzione familiare, forte di una storia ultracentenaria, che sa come fare il proprio mestiere.
Naturalmente, essendo nativo della Val di Tures, conoscevo già alcuni dirigenti dell’impresa e sapevo che avrei avuto a che fare con persone affidabili e di parola: una virtù cui attribuisco grande valore in una collaborazione.
Radius. Che cosa l’ha spinta a scegliere Unionbau?
P.Nöckler. Naturalmente, apprezzo la capacità di Unionbau e dei suoi collaboratori di far fronte a ogni sfida. Il team non si tira mai indietro e le decisioni vengono prese con tempestività. Se c’è un problema, tutti remano nella stessa direzione e la squadra opera rapidamente, adottando un approccio orientato alla soluzione. Il modo di rapportarsi della direzione e degli impiegati, semplice e onesto, fa il resto. Mi piace essere supportato ogni giorno nel mio lavoro e avere la possibilità di esporre le mie idee e le mie visioni. Se hai un problema, qualunque esso sia, Unionbau ti ascolta sempre: una virtù tutt’altro che scontata per un’azienda di queste dimensioni.
Radius. Lei è responsabile del comparto edile. Quali sono le sfide cui dovrà far fronte in futuro?
P.Nöckler. Grazie alla lungimiranza del titolare dell’impresa, non è stato un “salto nel buio”. Per un anno, ho avuto la possibilità di affiancare il precedente direttore del comparto, Erwin Monauni, cui sono subentrato, attingendo così a un’inestimabile bagaglio esperienziale. Non posso che esprimere la mia riconoscenza a Erwin per il suo prezioso sostegno.
Per quanto concerne le sfide future, cito innanzitutto la digitalizzazione. Attualmente, anche il reperimento di collaboratori risulta difficoltoso. Mi appello a tutti gli uomini e alle donne che si identificano con la nostra passione e determinazione: contattateci!
La stretta di mano che sancisce la fine dell’intervista non lascia adito a dubbi: l’appello è accorato. P.Nöckler sorride compiaciuto e si dirige a passo deciso verso il “suo” cantiere, l’areale Priel.
„Il mestiere del muratore è per sempre…“
Il mestiere del muratore è per sempre…
Roland Oberschmied collabora con Unionbau da 18 anni, avendo iniziato come apprendista, per poi approdare al ruolo di caposquadra. Per i prossimi due anni, il suo ufficio avrà sede in un container direttamente nei pressi del cantiere del nuovo palaghiaccio di Brunico. L’entusiasmo per la sfida che lo attende si percepisce chiaramente anche durante l’intervista.
Radius. Qual è l’aspetto che L’ha maggiormente appassionata durante il Suo apprendistato di muratore?
Roland Oberschmied. Probabilmente il fatto che ogni giorno hai sotto gli occhi quanto realizzato: un’opera che hai creato con le tue mani e che resterà per sempre.
Radius. Quando ha capito per la prima volta che avrebbe preso in mano il progetto e cosa L’ha affascinata in particolare?
R.O. Appena Unionbau ha assunto l’incarico come impresa generale, la direzione aziendale mi ha informato che sarei stato io a seguire questo imponente progetto nelle vesti di caposquadra. Ho provato una grande gioia. Alcuni degli aspetti più stimolanti sono senza dubbio la complessità della costruzione, l’architettura tutt’altro che usuale e naturalmente la responsabilità nei confronti del datore di lavoro nel gestire una sfida di questa portata con una solida squadra alle spalle.
Radius. Quanti elementi conta il team di Unionbau?
R.O. Solo per quanto riguarda Unionbau, in cantiere lavoreranno sino a 30 operai.
Radius. Da muratore a caposquadra. Al di là della qualifica tecnica, il ruolo implica anche una certa competenza nel coordinamento di un team.
R.O. Assolutamente. Negli ultimi anni, il datore di lavoro mi ha dato la possibilità di frequentare corsi di formazione manageriale e training incentrati sul tema della gestione del personale. A ciò si aggiungono un’esperienza pluriennale e il fatto che conosco da molti anni la maggior parte dei collaboratori.
Radius. Ciò significa che siete un team molto affiatato, animato da una grande passione per il proprio lavoro.
R.O. Proprio così. È un’ottima combinazione di colleghi esperti che, come me, lavorano per Unionbau da molto tempo, e collaboratori giovani e motivati, molti dei quali fan dei Lupi della Val Pusteria.
Radius. I lavori si sono fermati tra Natale e la fine di gennaio. Abbiamo saputo da fonti interne all’azienda che Lei non vedeva l’ora di tornare in cantiere. Cosa consiglierebbe ai futuri apprendisti nell’edilizia e saprebbe trasmettere loro questa passione?
R.O. Sì, è vero. Celebrate le festività, non vedevo l’ora che arrivasse il 3 febbraio. Sarei felice di trasmettere questo entusiasmo alle giovani leve. Le professioni artigianali sono qualcosa di concreto e il comparto edile ha bisogno di manodopera capace. Ci sono dei progetti appassionanti, che seguiamo dalla pianificazione alla realizzazione. Invito tutti i giovani interessati a informarsi presso Unionbau sulle opportunità formative e professionali del settore.
Radius. Il tempo a nostra disposizione purtroppo è terminato. La lasciamo tornare al Suo cantiere. Non ci resta che augurarle buon lavoro, ottimi risultati e lo stesso intaccabile entusiasmo.
R.O: Grazie! Rilasciare interviste non è esattamente il mio forte. Mi sento più a mio agio in cantiere.
Un sorriso, un saluto e Roland si dirige subito al “suo cantiere”, il palaghiaccio.
Schraube um Schraube.
Sì, il nostro Manfred è fatto proprio della pasta giusta!
Mio fratello si è candidato da Unionbau per un tirocinio estivo come muratore, mentre io ho scelto la carpenteria: tutto sommato, un po’ di soldi mi facevano comodo. L’atmosfera tra colleghi mi è piaciuta subito: gente in gamba in cantiere, la sensazione di libertà sui tetti, il lavoro con il legno e all’aria aperta.
Dopo il diploma professionale come falegname, mi sono messo a cercare un lavoro in una falegnameria, possibilmente nel settore dell’arredamento e dei rivestimenti, ma purtroppo non ho trovato niente. Dopo 4 mesi in una ditta in cui fabbricavo solo porte, ho deciso di provare a candidarmi in Unionbau di carpentiere. Nel 2009 ho superato l’esame come maestro artigiano, primo perché m’interessava e poi perché sono dell’opinione che è importante continuare a crescere professionalmente. “Mai fermarsi, andare sempre avanti”, afferma Mänsel sorridendo.
Ma a un certo punto Selva dei Molini, il suo paese d’origine, gli è diventato troppo stretto e, nel 2011, Manfred si è preso una pausa in Australia. “Che esperienzaaa!”, spiega ridendo.
Eh sì, non è un caso che sia uno dei collaboratori più gioiosi di Unionbau, tutti lo conoscono per il suo big-smile!
Nel 2014 però ci ha traditi: il suo instancabile interesse per le novità lo ha spinto a cambiare e lavorare in un ufficio tecnico. Nel 2018 è tornato tra le braccia di Unionbau. Perché? “Sono rimasto in contatto con gli ex colleghi e il lavoro mi è sempre piaciuto… La bellezza della mia professione è l’unicità dei progetti: ogni volta mi trovo ad affrontare nuove sfide. Certo, sono orgoglioso di far parte di Unionbau, soprattutto quando vedo ciò che siamo riusciti a realizzare.”
E quali sono i tuoi obiettivi? “Un lavoro a regola d’arte e clienti soddisfatti!”, sorride compiaciuto, aggiungendo: “Meno burocrazia e progettisti che ci capiscano qualcosa di carpenteria e di cantieri”. 😊
43 anni intensi
2 luglio 1976: l’allora quindicenne Erwin iniziava a lavorare in Unionbau. Il titolare, Siegfried Ausserhofer, lo osservò stupito: non sapeva che sarebbe venuto. Come era consuetudine all’epoca, il padre di Erwin e Pepe Ausserhofer, fratello di Siegfried, in occasione della chiacchierata domenicale alla locanda Plonkstuana, si erano messi d’accordo per far iniziare il giovanotto in azienda, ponendo inconsapevolmente la pietra miliare di quella che sarebbe stata una carriera professionale tutt’altro che comune.
Hollywood non avrebbe saputo scrivere una sceneggiatura migliore: in poco tempo, Erwin smise i panni di apprendista muratore per vestire quelli di disegnatore tecnico, sino a ricoprire il ruolo di responsabile dei cantieri e di preventivista.
Quando giunse la chiamata dell’Esercito, trasformò il servizio militare in un’opportunità: nel ruolo di Carabiniere ausiliario, fu trasferito in svariate località d’Italia, migliorando notevolmente la sue già ottime conoscenze linguistiche. Nonostante l’impegno richiesto dalle missioni militari, riuscì ad assaporare la bellezza del Paese (i viaggi sono una delle grandi passioni di Erwin), dispensando con generosità la propria assistenza là dove necessario.
Dopo il congedo, Erwin riprese immediatamente a lavorare per Unionbau, senza concedersi nemmeno un giorno di vacanza. In tutti gli anni della sua attività, non ha mai goduto di tutte le ferie che gli spettavano: c’era sempre troppo da fare. Reperibile sette giorni su sette, 24 ore su 24, abitava a soli 300 m in linea d’aria dal titolare dell’azienda, con cui aveva intrecciato un rapporto imperniato sul rispetto e sul riconoscimento reciproco. Considerato uno di famiglia, si vide delegati importanti poteri, divenendo procuratore di Unionbau: “Sulla carta, avrei potuto persino vendere l’azienda. Vedersi accordata una tale fiducia è un privilegio impagabile”, afferma non senza orgoglio.
La svolta giunse con l’arrivo dei figli, Thomas e Christoph Ausserhofer, che ridiedero slancio all’azienda, mettendo in campo le loro capacità. Grazie a incarichi come i lavori al cinema di Milano, il fatturato fece registrare un notevole incremento. Le gare si fecero sempre più complesse, così come le incombenze burocratiche, e i primi appalti con criteri di qualità richiedevano una persona che se ne occupasse a tempo pieno.
Durante questa fase di crescita vigorosa, venne deciso di articolare l’attività in svariati settori, creando i comparti Vendite, Amministrazione ed Edilizia. Erwin assunse la direzione del reparto Edilizia, che portò con sé nuove mansioni. Gli incarichi aumentarono, imponendo l’assunzione di tecnici e preventivisti, ed Erwin venne coinvolto in modo permanente nella formazione e nell’integrazione di nuovi collaboratori.
A partire dal 2007, si occupò prevalentemente della gestione progettuale, coordinando, nelle vesti di responsabile del reparto Edilizia del soprassuolo, sino a dieci direttori di progetto, di cui era il referente. Promotore dello sviluppo del comparto, introdusse anche il controlling progettuale. Per molti anni, Erwin fu il responsabile della sicurezza, occupandosi in modo esemplare dell’implementazione di misure di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
Il tempo scorre inesorabile: tagliato il traguardo dei 41 anni in Unionbau, per Erwin giunse il momento di individuare un successore. Il 2 ottobre 2017, l’ing. Paul Nöckler ha fatto il suo ingresso in azienda. Per un anno, Paul ha lavorato gomito a gomito con Erwin, che ha condiviso con lui il suo prezioso bagaglio esperienziale e il suo know-how. Alcuni fanno fatica a lasciare la loro posizione, ma non Erwin, che non ha ceduto alla fiera della vanità: grazie a una disinteressata disponibilità a condividere il suo sapere, ha dato prova, una volta di più, della sua incredibile lungimiranza, fornendo un servizio inestimabile a Unionbau, ben oltre il pensionamento. Ma non potevamo certo far andare via così il nostro Erwin… che continua a occuparsi degli immobili di Unionbau nelle vesti di direttore di progetto.
La sua più grande passione, oltre alla famiglia e al lavoro?
Ovviamente la musica! Erwin fa attivamente parte della banda di Campo Tures dal 1973 e da 9 anni è anche membro del direttivo. Oltre a suonare il corno nella banda, per molto tempo ha fatto parte dei suonatori di corno alpino di Campo Tures. Solo la minaccia della fine del mondo può far saltare ad Erwin una prova o un’esibizione. Anche le gite e le ferie in famiglia sono state rinviate in più di un’occasione. Alle sue passioni si aggiungono sci, podismo, viaggi e architettura.
Erwin Monauni ha lavorato per 43 anni nella stessa azienda a conduzione familiare, Unionbau SpA. Dopo aver iniziato in cantiere come apprendista muratore è diventato responsabile del comparto Edilizia, segnando profondamente l’impresa odierna e contribuendo a scrivere le pagine di una storia che narra di una piccola azienda di muratori trasformatasi in un’impresa di costruzioni generale multifunzionale.
„Affrontare qualcosa insieme significa condividerne l’orgoglio.“
Affrontare qualcosa insieme significa condividerne l’orgoglio.
Una storia ai confini del cielo.
Nella primavera del 2019, un caposquadra e il suo energico team, carichi di ottimismo e aspettative, si stavano rimboccando le maniche a 1.800 m d’altitudine.
Semaforo verde, l’avventura può avere inizio: la vista sul Sass de Putia e sulle Dolomiti, patrimonio naturale dell’umanità, è mozzafiato. Un idilliaco luogo di pace.
Ma la squadra di Unionbau non ha potuto soffermarsi a lungo ad ammirare il panorama, perché poco dopo l’inizio dei lavori sono sorti i primi problemi.
Alto Adige soleggiato? Ma quando mai! In aprile e maggio la pioggia è stata così intensa da provocare addirittura uno smottamento all’interno dello scavo di cantiere. A questo è seguito un vivace avvicendamento di subappaltatori, molti dei quali si sono dimostrati scarsamente competenti o poco intenzionati a farsi avanti.
Avete mai visto un muratore che, dopo aver realizzato un muro con le casseforme, lo deve smantellare perché i progetti continuano a cambiare? No? Ci hanno rivelato che le urla si sono udite fino a Bressanone.
Ciononostante, i nostri uomini sono andati avanti e, in autunno, erano davvero a buon punto, tanto da intravedere la luce in fondo al tunnel. Ma il colpo successivo non si è fatto attendere a lungo, dato che una nevicata di proporzioni bibliche ha messo alla prova la tenuta dei nervi.
Eppure, i lavori in soprassuolo sono stati ultimati ancora prima di Natale e, dopo un lockdown per coronavirus, siamo già nella fase conclusiva con la stessa energia iniziale, instancabili come le batterie Duracell, tipicamente Unionbau, appunto.
#ohneunseremännersindwirnichts
Chi non festeggia insieme non può lavorare insieme
Wir können feiern, und wie!
Non c’è nulla da aggiungere a queste sagge parole di Siegfried Ausserhofer, direttore senior, piuttosto lasciamo parlare le immagini o semplicemente proviamo a rivivere i ricordi…
Che siano l’annuale Hallenfeschtl di agosto, la ormai leggendaria Krampusfeschtl prima di Natale o le varie puntate all’Allianz Arena per assistere alle partite del Bayern, noi di Unionbau ci prendiamo volentieri il tempo per festeggiare. Ancora oggi i capisquadra ricordano l’indimenticabile viaggio a Dubai e a New York.
In reparto non risponde nessuno? È una fortuna che, durante una gita in barca a vela verso la Croazia o un adventure trip sulla cima Zugspitze, il cellulare non prenda! In fin dei conti, quando si festeggia non si gradisce essere disturbati… 😊
E anche in occasione di eventi più solenni, come la celebrazione del 110° anniversario a luglio 2017, i lunghi discorsi e le innumerevoli onorificenze hanno ceduto il passo a una rilassata convivialità e al divertimento. I collaboratori e i pensionati di Unionbau hanno trasformato questa festa in uno straordinario momento di allegria.
Il mondo da oltre 30 m d’altezza
Molti invidiano il gruista, che passa la sua vita così in alto, ammirando spesso una vista mozzafiato; altri invece si dispiacciono per lui, costretto a trascorrere giornate intere in solitudine.
Il posto di lavoro di Tobias si trova a 30 m dal suolo e, in presenza di vento, può subire oscillazioni di ca. 1 m. “Il mondo da quassù sembra più piccolo, ma hai tutto sott’occhio”, afferma Tobias.
Un suo progetto, che certamente rimarrà a lungo nella memoria, è stato l’intervento presso la Fondazione Söll di Brunico.
“La gru, con il gancio a 48 m, la massima altezza in posizione libera, oscillava moltissimo. La tensione è salita ulteriormente quando, per alcuni giorni, siamo stati investiti da raffiche di vento a una velocità fino a 120 km/h. Come se non bastasse, non riuscendo a vedere alcuni componenti del cantiere, ho dovuto avvalermi di una telecamera montata sul carrello”, spiega questo appassionato gruista.
Unionbau Day 2018
In curva su quattro ruote
I partecipanti hanno sperimentato diverse situazioni e condizioni del fondo stradale, naturalmente alla guida dei mezzi aziendali. E se qualcuno pensava che si sarebbe trattato solo di divertimento, ha dovuto ben presto ricredersi: concentrazione, riflessi pronti e capacità di adeguarsi rapidamente a situazioni particolari sono indispensabili per un training sulla sicurezza al volante.
I collaboratori sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha preso parte alla sessione mattutina sulla sicurezza stradale, mentre il secondo ha avuto la possibilità di mettersi alla prova sulla pista di karting. Nel pomeriggio, i due gruppi si sono avvicendati.
In alternativa, il programma prevedeva la possibilità di osservare da vicino il termovalorizzatore di Bolzano, nell’ambito di un’interessante visita guidata.
Durante il pranzo conviviale, sono stati premiati i collaboratori di lunga data e i dipendenti andati in pensione. Ancora una volta, un singolare ma non meno entusiasmante Unionbau Day.
Onoreficenze 2018:
10 anni Unionbau
Walcher Armin
Ausserhofer Martin
Winkler Christoph
25 anni Unionbau
Mutschlechner Christoph
Pensionamenti
Weger Siegfried
Innerbichler Oswald
Unionbau Day 2019:
Primo soccorso
La 18esima edizione è stata dedicata all’importante tema “Primo soccorso: tutti possono salvare una vita”. Le maestranze sono state suddivise in svariati gruppi e affidati ai responsabili della Croce Bianca provinciale, così come della Croce Rossa di Sillian, che hanno insegnato loro le manovre salvavita, nonché le procedure di utilizzo del defibrillatore.
Christoph Ausserhofer, direttore di Unionbau, si è detto compiaciuto degli entusiasmanti e imminenti progetti, riferendo in merito a innumerevoli nuovi investimenti nel parco mezzi aziendale. “Non posso che esprimere la mia soddisfazione per il ridotto numero di incidenti sul lavoro. Desidero inoltre ringraziare il nostro solido team per l’esercizio appena trascorso, costellato di successi, e il lodevole impegno di tutti”, ha concluso Christoph.
Come sempre, il programma prevedeva la premiazione dei collaboratori di lunga data. La direzione aziendale ha ringraziato Künig Ernst e Oberhuber Martin per i 25 anni di collaborazione e fedeltà. “Unionbau crede molto nei propri dipendenti, offrendo loro corsi di formazione, seminari, ecc. Il management ha sempre dato ascolto a ogni mio problema. Conosco quasi tutti i collaboratori per nome e vado molto d’accordo con loro. Un posto di lavoro sicuro e il versamento puntuale dello stipendio sono aspetti imprescindibili e Unionbau ha sempre garantito entrambe le condizioni”, spiega Ernst.
Infine, sono stati congedati Walcher Alfred, Oberegger Oswald, Stoffner Günther e Unterhofer Alois, ritiratisi a meritato riposo.
L’apprezzato Unionbau Day si è concluso con un piacevole pranzo comune e una partita a carte all’insegna della convivialità. Anche tutti gli ex collaboratori sono stati invitati all’evento.
Onoreficenza 2019
10 anni Unionbau
Pipperger Armin
Walcher Markus
25 anni Unionbau
Oberhuber Martin
Künig Ernst
Pensionamenti
Walcher Alfred
Oberegger Oswald
Stoffner Günther
Unterhofer Alois
Unionbau Day 2020
Presentazione Hilti
La 18esima edizione è stata dedicata all’importante tema “Primo soccorso: tutti possono salvare una vita”. Le maestranze sono state suddivise in svariati gruppi e affidati ai responsabili della Croce Bianca provinciale, così come della Croce Rossa di Sillian, che hanno insegnato loro le manovre salvavita, nonché le procedure di utilizzo del defibrillatore.
“Chi non è in grado di festeggiare insieme, non è in grado nemmeno di lavorare insieme”, amava ricordare Siegfried Ausserhofer, il direttore senior di Unionbau che purtroppo ci ha lasciati.
Un’affermazione che ben sintetizza il significato di questa festa, un appuntamento atteso e un’apprezzata occasione di convivialità, sia per i collaboratori che per gli ex dipendenti in pensione.
Thomas Ausserhofer ha lodato le maestranze per l’enorme impegno profuso nel 2019: anche per il 2020, i registri si preannunciano già pieni di commesse.
La giornata è iniziata con la presentazione dei prodotti Hilti. A ogni caposquadra e al suo team è stato consegnato un pacchetto con 15 utensili nuovi di zecca, comprensivi di set completi e tre misuratori laser all’avanguardia.
Oltre 130 collaboratori hanno dato seguito all’invito, partecipando al pranzo comune e ai tornei di bocce e Watten organizzati al termine della formazione.
Ad aggiudicarsi la classifica finale, l’unica donna presente. E a proposito di donne esemplari, Maria ha ancora una volta magistralmente allestito il tavolo dei premi per la lotteria.
La giornata ha raggiunto il suo apice con la premiazione dei collaboratori di lunga data, da sempre motivo di grande orgoglio per Unionbau. Si sono ritirati a meritato riposo Erwin Monauni e Oswald Moritz, rispettivamente dopo 43 e 31 anni di fedele servizio: entrambi continueranno però a collaborare con l’azienda. Innumerevoli anche i riconoscimenti consegnati ai lavoratori che hanno tagliato il traguardo dei 25 e dei 10 anni di attività, ulteriore dimostrazione della lealtà nei confronti dell’impresa.
Onoreficenze 2020
10 anni Unionbau
Seeber Martin (muratore)
Oberhollenzer Bernd (muratore)
Auer Dietmar (muratore)
Marcher Markus (muratore)
Innerbichler Tobais (muratore)
Niederwieser Benedikt (carpentiere)
Pipperger Mirco (muratore)
25 anni Unionbau
Gasser Meinhard (autista autocarro – muratore)
Steger Oskar (muratore)
Gasteiger Klaus (muratore)
30 anni Unionbau
Aichner Andreas (carpentiere)
Pensionamenti
Moritz Oswald
Monauni Erwin
Fabbro Marco